Il Gruppo Consiliare Forza Italia/PDL di Pistoia, ha redatto un documento per dire basta alle mistificazioni.
In questi giorni la sinistra ha intensificato il suo attacco contro le misure introdotte dal Governo per cambiare la scuola, seminando paura e bugie. Un esempio eclatante è l’intervento dell’assessore Moroni.
Sulla riforma della scuola si stanno dicendo tante menzogne, come i licenziamenti del corpo docenti: una previsione allarmistica e pretestuosa, visto che al contrario, solo in Toscana, a partire dal prossimo anno ci saranno 60 sezioni in più per la scuola d’infanzia e 500 nuove assunzioni.
Ancora, si parla di soppressione del tempo pieno, cosa assolutamente priva di fondamento visto che con l’introduzione del maestro prevalente e l’eliminazione delle compresenze ci sarà più personale a disposizione per incrementare il tempo pieno. Così le famiglie potranno scegliere se lasciare i figli 24, 27 o anche 40 ore a scuola. Non si capisce perché qualcuno dovrebbe opporsi alla libertà di scelta.
Non solo si mente (abolizione tempo pieno e bimbi a casa alle 12.30, riduzione insegnanti di sostegno, ecc.), ma addirittura si attribuiscono al Governo intenzioni che non ha, come il licenziamento degli insegnanti, o lo smantellamento di certe scuole, o certi fantomatici tagli, e le si spacciano per realtà, al fine di terrorizzare le famiglie, per poi usarle per mobilitare la “tradizionale” massa di manovra composta dagli studenti delle superiori e delle università.
Si usa, dunque, la scuola come campo di battaglia politica.
Mai erano state dette tante cose fasulle per pura propaganda. Arrivare a coinvolgere i bambini non solo è indegno ma anche illecito.
I manifestanti ripetono pedissequamente ciò che gli viene impartito senza neppure, nella maggioranza dei casi, conoscere il testo del decreto Gelmini.
Si impedisce agli studenti di entrare a scuola. I professori incitano gli studenti allo sciopero e all’occupazione.
Strumentalizzare i ragazzi e le loro famiglie è vero e proprio atto di terrorismo psicologico da parte di docenti, sindacati e strutture di riferimento. Il Gruppo Forza Italia/PDL è indignato da questi comportamenti, che si possono configurare come reati, e intende chiedere un incontro con il Provveditore per chiarire i fatti incresciosi che si stanno verificando, riservandosi, nel caso in cui certi comportamenti dovessero continuare, di richiedere un’ispezione delle scuole di Pistoia da parte del Ministero della Pubblica Istruzione.
Inoltre, nei prossimi giorni, ci faremo carico di organizzare una “operazione verità”: un dibattito pubblico al quale inviteremo studenti e insegnanti, capi di istituti e operatori della scuola, dove cercheremo se non di convincere, perlomeno di chiarire, distinguendo ciò che è vero da ciò che è assolutamente inventato.
buonanotte,
gli scontri di Milano mi hanno fatto ricordare la guerra dei poveri, poliziotti e carabinieri che guadagnano 1200 euro il mese……e non hanno medaglie olimpiche o finestrelle ad annozero, contro ragazzi qualcuno figlio di papà ma tanti figli di gente comune che magari non arriva a fine mese.
E mi sono messo a pensare………….
bobo
ieri a firenze eravamo in tantissimi.. e c’erano anke dei professori ke manifestavano cn noi quindi vuol dire ke anke loro la pensano cm noi…. cma noi continueremo a manifestare finke nn ci verranno dati i nostri diritti… andrea e haja…
ciao,
stavo leggendo che i ragazzi vogliono fare, anzi l’hanno già fatto i picchetti alle scuole.
Allora ti voglio dire che una volta al lavoro anch’io ho fatto un picchetto, ma subito ho capito che stavo togliendo la liberta’ ad altre persone, e allora ho detto: no io non ci sto.
Percui sono assolutamente contrario, ecco perchè dicevo che è pericoloso strumentalizzare gli
adolescenti.
l’occupazione anche se illegale, al limite ci vedo qualcosa di costruttivo, ma il picchetto non appartiene alla mia cultura.
Io sono orgoglioso di far parte del PD, ma con lo stesso orgoglio rispetto le opinioni di tutti anzi ne ho bisogno.
bobo
Haja e Andrea sarei proprio curiosa di sapere quali diritti rivendicate. Vorrei proprio sapere se avete veramente idea dei motivi per i quali voi, i vostri compagni e, malauguratamente alcuni vostri professori, fate tutta questa baraonda!
Ma lo sapete realmente cos’è il Decreto Gelmini e cosa dice? O vi basta ascoltare qualche compagno e qualche docente che vi incita a scioperi e occupazioni per farvi prendere dal fermento rivendicativo?
State attenti ragazzi, perché andando dietro alle masse urlanti, senza sapere bene per quali motivi urlano, si corre il rischio di farsi usare!
La Prof.
Purtroppo Bobo sei un Pd anomalo, e come te ce ne sono pochi. Guarda i tuoi colleghi, si sono buttati a capofitto nella contestazione.
abbiamo letto il decreto.. e nn siamo d’accordo su quello ke dice… e x questo ke manifestiamo, occupiamo le scuole etc…le sembra giusto avere delle classi separate? un uniko maestro? il discorso delle universita.. è una cosa regolare?!cmq ieri eravamo alla manifestazione di firenze eravamo in 60.ooo noi continueremo a manifestare… poi vedremo ke succedera,,,
Scuola, scioperano contro la Gelmini E non sanno chi è
di Eleonora Barbieri
Qualcuno è pure onesto. «Ma sì, noi scioperiamo perché è venerdì: così ci facciamo un bel weekend lungo». La protesta contro la riforma della scuola è anche questo: una mini vacanza. Lo ammette uno studente su cinque di quelli intervistati dal Giornale, tutti ragazzi delle superiori (licei, magistrali e istituti tecnici), studenti fra Milano, Napoli, Roma e Genova. Ragazzi pronti a scendere in piazza contro la Gelmini, anche se qualcuno non sa neppure chi sia. E anche se oltre la metà non ha idea di che cosa sia, davvero, la riforma. Ma tant’è, tutti s’alzavano, scriveva Manzoni, e ora tutti vanno in corteo. Chissenefrega del motivo, per non saper né leggere né scrivere (cose che, in classe, si rischia oltretutto di dover fare) meglio sgolarsi a slogan e bandiere: male che vada, sarà un bel weekend. Senza lezioni.
Certo la scuola è quella da salvare dalla riforma, che si potrebbe supporre gli studenti conoscano a menadito. Peccato che solo uno su due, in media, sappia di che si tratti. La prima domanda è esemplare: il 70 per cento non sa che la riforma prevede lo studio obbligatorio dell’educazione civica nelle scuole secondarie; anzi, la metà pensa che il decreto Gelmini sia stato definito «autoritario» dagli agitatori della protesta perché ha ridotto le ore di insegnamento della Costituzione pur di risparmiare, mentre il 17,9 per cento crede che le abbia del tutto abolite. Questi ragazzi non avranno letto il decreto nel dettaglio, ma almeno è certo che, per loro, l’educazione civica sia fondamentale. E infatti uno su quattro pensa che l’educazione civica sia un prof che ti spiega di non buttare cartacce per terra e, soprattutto, il codice della strada. La Costituzione? È in un altro programma. Cioè quello della riforma, ma non è così importante soffermarsi sui dettagli, quando in gioco c’è una credibilità da ribelli (del venerdì).
Si parla di tagli alle spese, e la voragine aumenta. Il 32 per cento è convinto che la riforma diminuirà gli stipendi degli insegnanti: a parte che, se fosse vero, non ci sarebbe uno sciopero ma una guerra civile, agli allievi i prof non avranno mai parlato del famoso bonus annuale, quello che il ministro intende ridistribuire dal 2010. E un altro 11 per cento crede che la Gelmini voglia togliere i libri gratis ai bambini più poveri, mentre il ministro ha sostenuto il contrario. Ma l’euro è un terreno minato. I ragazzi criticano i tagli alle spese perché «oggi i soldi sono investiti soprattutto nell’innovazione e nelle strutture» e, se fosse così, si potrebbe anche dar ragione al 55,8 per cento che ha scelto questa risposta. Ma il bilancio dell’istruzione è chiaro: all’innovazione è destinato un misero 0,3 per cento, mentre agli stipendi dei prof tocca il 97 per cento della cassa. E poi la domanda è: ma che scuola frequentano questi ragazzi? Sono tutti contenti delle strutture e del rinnovamento tecnologico del loro istituto? Di solito dicono di no. Lo gridano spesso anche ai cortei ma, forse, non è poi così indicativo, a questo punto.
A causare qualche problema interpretativo c’è poi la faccenda del maestro unico. Sarà colpa della burocrazia, ma un ragazzo su sei pensa si tratti di un docente per ogni alunno o, al contrario, di uno per scuola. Allora andrebbero capiti, se protestano. Ma vanno anche capiti anche se pensano che una riforma del genere possa essere messa in cantiere. Poi il 60 per cento è convinto che il maestro unico insegnerà anche inglese, ma solo «se lo sa». E se non lo sa? Si salta la lezione? Chiaro. Infatti il 9 per cento ha scoperto che, alle elementari, l’inglese sarà abolito. In fondo, però, ai ragazzi delle superiori che importa del maestro unico per il quale sono pronti a scendere in piazza? Nulla. Lo ammette il 76,8 per cento; mentre i soliti sospettosi (11,7 per cento) prevedono già il suo arrivo alle superiori. I ragazzi sfileranno contro l’autoritarismo della Gelmini che vuole aumentare le ore di lezione (lo crede l’11,4 per cento; fonte della notizia: ignota) e, anche, perché la Gelmini è un’autorità (lo dice uno su sei), quindi è chiaro che sia autoritaria. Per non parlare del voto in condotta, motivo principale di ribellione ma, purtroppo, dai contorni non ben definiti: per l’8,5 per cento è un giudizio su «come si guida l’auto», per i più esistenziali è su «come si conduce la propria vita». Ma la coscienza critica non finisce lì, per il 43 per cento il ritorno al grembiule è un male perché è «classista», anche se sono sempre gli stessi ragazzi che, alla domanda successiva, spiegano che in passato il grembiule era un modo «per non creare discriminazioni». Un’incoerenza che fa sorridere, rispetto a chi crede (uno su sei) che il grembiulino fosse usato per «militarizzare la scuola». Vedi un po’ l’ideologia che scherzi tira. C’è chi non la nasconde: sciopera perché «la riforma è della Gelmini». Ma poi, «chi è ’sta Gelmini, tu lo sai?». E di preciso, «di che riforma stiamo parlando?» si chiedeva ieri un gruppo di studentesse del liceo Parini di Milano, quello della mitica Zanzara. Punte sul vivo, non hanno fatto una piega. «Ah, lo sciopero è venerdì? Allora weekend lungo». E vai. In corteo, o al mare. Sempre meglio che studiare.
Bene Haja, se lo hai letto non posso che apprezzarlo e su cosa non saresti d’accordo nello specifico?
Lo sai che il decreto non parla di maestro unico, ma di maestro prevalente? E il maestro prevalente è sicuramente positivo per i bambini!
Lo sai che cosa sono le classi separate? E quale funzione didattica hanno?
Mi dispiace ragazzi, ma continuo a credere che siate solo gli strumenti di insegnanti politicizzati che sfruttano la vostra inconsapevolezza e la vostra voglia di fare ogni tanto “forca a scuola”!
Cara Francesca,
prima di tutto ti chiedo subito scusa se uso il tuo blog per uno sfogo personale, ma io sono veramente indignato anzi incazzato, per cosa? ecco:
il tg5 delle 13 oggi ha aperto il giornale con 2 servizi, un’enormità per i tempi televisi, sul primo giorno di semilibertà di Pietro Maso, addiritura con un intervista parlando della sua fidanzata.
Mi risulta che questo signore sia un pluriomicida sterminatore della famiglia, ma come si fa?? ma che si sta a discutere a fare di strumentalizzazione dei giovani, dei valori della famiglia, e poi un direttore di telegiornale ci prende per il culo in questo modo.
Mi chiedo era una notizia di primo piano?? anzi era una notizia da dare?? mancava solo che il giornalista dicesse che Maso è un eroe italiano……..ma che vergogna!
Ma la stessa cosa vale per tutti i tg che ne hanno parlato, insomma ma non me ne frega nulla di sinistra e destra, io voglio vivere in un paese normale e non in una repubblica delle banane.
Francesca io zitto non ci sto, di questo fatto ho subito avvisato la segretaria provinciale del PD dicendogli che gradire che il mio prenda posizione, ma dubito che lo faccia.
ti presento le mie scuse.
con stima
Roberto
Sarebbe bene innanzitutto tenere i ragazzi al di sotto dei diciotto anni fuori dalla politica. Ricordo bene gli anni della scuola e ci sarà stato forse l’un per cento di ragazzi che conosceva i motivi dei vari scioperi/manifestazioni/occupazioni. A scuola si va per studiare, i minori di diciotto anni non dovrebbero andarsene in giro senza controllo in orario scolastico, né dovrebbero permettersi di occupare un istituto o peggio ancora minacciare i compagni che vogliono far lezione (succede più spesso di quanto si creda). Personalmente sono contrario al dialogo con i ragazzini che scrivono tutto con la “K”, quando saranno maggiorenni potranno fare come vogliono. Andando avanti di questo passo, senza una guida sensata e un po’ di disciplina, ci ritroveremo con nuove leve anarcoidi, maleducate e sgrammaticate…
P.S.: Complimenti per il blog.
Simone
ciao francesca come stai se permetti qui non c e nessuna mistificazione il decreto gelmini e una schifezza berlusconi eviti di dire stupidate dicendo che chiedera a maroni di mandare le forza dell ordine basta con le sforbiciate alla scuola e universita previste anche da tremonti forza nuova e scesa in piazza e scendera in piazza con gli studenti poi berlusconi mandi pure esercito carabinieri polizia tanto forza nuova non arretra di un centimetro ti saluto ciao andrea
Scusate, ma in tutto il mio discorso mi sono dimenticato di salutare
Ciao a tutti Fabio specialmente alla proprietaria del blog.
Gent.ma Cons. Bardelli
Con tutta franchezza, con grande rispetto del Suo ruolo e senza in alcun modo voler essere offensivo, ritengo che La Sua posizione al riguardo e del gruppo consiliare a cui appartiene fa capire come i primi a non aver compreso il testo del decreto siate proprio Voi e non quei ragazzi che pensate che siano oggetto di strumentalizzazioni.
Per quanto riguarda il maestro unico: il testo parla proprio di maestro “unico” e non di ….”Prevalente”. Nel caso il Governo intendesse cambiare il testo ed assumere questa nuova dizione ritengo che sarebbe ancora peggio in quanto si creerebbero insegnanti di seria A e serie B.
Ma la mia preoccupazione è per il tempo pieno che credo sia il vero punto debole di tutto il decreto: evidentemente l’intento del Governo è proprio quello di eliminarlo. Le affermazioni riportate sul documento del gruppo consiliare confermano questa tesi: Avete un’idea di cosa sia veramente il “TEMPO PIENO” e quale conquista sia stata per tutte le famiglie italiane o pensate che si effettivamente si debba tornare al vecchio “DOPO SCUOLA” come purtroppo si evince dal decreto?
Il mio auspicio è che, al di là delle manifestazioni in corso, si svolga un democratico confronto senza demonizzare le diversità di opinione.
La ringrazio per l’attenzione e La saluto cordialmente
Marco
Vede Marco, non solo il decreto crediamo di averlo compreso, ma lo abbiamo anche discusso con i tecnici del Ministero dell’Istruzione, oltre che con i referenti istituzionali sia regionali che nazionali, in materia di Istruzione. Questo perchè, almeno per quanto mi riguarda, non sono abituata a parlare di cose che non conosco.
Il maestro unico non è il solo docente che avranno gli alunni, ma semplicemente quello di riferimento, quello con più ore e che svolgerà il grosso del programma, oltre a seguire la crescita dei bambini. Rimarranno infatti i docenti di lingue e di informatica e questo nel rispetto di una migliore crescita cognitiva possibile del ragazzo. E qui non c’entrano proprio niente gli insegnanti di serie A e di serie B, si fa solo una distinzione per competenze, partendo dal presupposto che nessuno di noi è onnisciente.
Esisterà inoltre la possibilità di lasciare a scuola i propri figli anche oltre le 24 ore curricolari, senza l’obbligo però del pomeriggio, perchè, mi permetta, è vero che il tempo pieno può essere stato una conquista per molte famiglie italiane, ma certo non per tutte come afferma lei, quindi è doveroso consentire a ogni genitore di poter scegliere in base alle esigenze proprie e del proprio figlio.
La ringrazio dell’opportunità di confronto.
Francesca
Scusate se approfitto dell’accoglienza nel blog di Francesca.
Questo di seguito è il testo del decreto Gelmini.
Legge 6 agosto 2008, n. 133
“Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria”
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 195 del 21 agosto 2008 – Suppl. Ordinario n. 196
Art. 64.
Disposizioni in materia di organizzazione scolastica
1. Ai fini di una migliore qualificazione dei servizi scolastici e di una piena valorizzazione professionale del personale docente, a decorrere dall’anno scolastico 2009/2010, sono adottati interventi e misure volti ad incrementare, gradualmente, di un punto il rapporto alunni/docente, da realizzare comunque entro l’anno scolastico 2011/2012, per un accostamento di tale rapporto ai relativi standard europei tenendo anche conto delle necessità relative agli alunni diversamente abili.
2. Si procede, altresì, alla revisione dei criteri e dei parametri previsti per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA), in modo da conseguire, nel triennio 2009-2011 una riduzione complessiva del 17 per cento della consistenza numerica della dotazione organica determinata per l’anno scolastico 2007/2008. Per ciascuno degli anni considerati, detto decremento non deve essere inferiore ad un terzo della riduzione complessiva da conseguire, fermo restando quanto disposto dall’articolo 2, commi 411 e 412, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.
3. Per la realizzazione delle finalità previste dal presente articolo, il Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Conferenza Unificata di cui all’articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, e previo parere delle Commissioni Parlamentari competenti per materia e per le conseguenze di carattere finanziario, predispone, entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, un piano programmatico di interventi volti ad una maggiore razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse umane e strumentali disponibili, che conferiscano una maggiore efficacia ed efficienza al sistema scolastico.
4. Per l’attuazione del piano di cui al comma 3, con uno o più regolamenti da adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto ed in modo da assicurare comunque la puntuale attuazione del piano di cui al comma 3, in relazione agli interventi annuali ivi previsti, ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Conferenza unificata di cui al citato decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, anche modificando le disposizioni legislative vigenti, si provvede ad una revisione dell’attuale assetto ordinamentale, organizzativo e didattico del sistema scolastico, attenendosi ai seguenti criteri:
a) razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso, per una maggiore flessibilità nell’impiego dei docenti;
b) ridefinizione dei curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orari, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali;
c) revisione dei criteri vigenti in materia di formazione delle classi;
d) rimodulazione dell’attuale organizzazione didattica della scuola primaria ivi compresa la formazione professionale per il personale docente interessato ai processi di innovazione ordinamentale senza oneri aggiuntivi a carico della finanza pubblica;
e) revisione dei criteri e dei parametri vigenti per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale docente ed ATA, finalizzata ad una razionalizzazione degli stessi;
f) ridefinizione dell’assetto organizzativo-didattico dei centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, previsto dalla vigente normativa;
f-bis) definizione di criteri, tempi e modalità per la determinazione e l’articolazione dell’azione di ridimensionamento della rete scolastica prevedendo, nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente, l’attivazione di servizi qualificati per la migliore fruizione dell’offerta formativa;
f-ter) nel caso di chiusura o accorpamento degli istituti scolastici aventi sede nei piccoli comuni, lo Stato, le regioni e gli enti locali possono prevedere specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti.
4-bis) Ai fini di contribuire al raggiungimento degli obiettivi di razionalizzazione dell’attuale assetto ordinamentale di cui al comma 4, nell’ambito del secondo ciclo di istruzione e formazione di cui al decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, anche con l’obiettivo di ottimizzare le risorse disponibili, all’articolo 1, comma 622, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole da: «Nel rispetto degli obiettivi di apprendimento generali e specifici» sino a: «Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano» sono sostituite dalle seguenti: «L’obbligo di istruzione si assolve anche nei percorsi di istruzione e formazione professionale di cui al Capo III del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, e, sino alla completa messa a regime delle disposizioni ivi contenute, anche nei percorsi sperimentali di istruzione e formazione professionale di cui al comma 624 del presente articolo».
4-ter) Le procedure per l’accesso alle Scuole di specializzazione per l’insegnamento secondario attivate presso le università sono sospese per l’anno accademico 2008-2009 e fino al completamento degli adempimenti di cui alle lettere a) ed e) del comma 4.
5. I dirigenti del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca, compresi i dirigenti scolastici, coinvolti nel processo di razionalizzazione di cui al presente articolo, ne assicurano la compiuta e puntuale realizzazione. Il mancato raggiungimento degli obiettivi prefissati, verificato e valutato sulla base delle vigenti disposizioni anche contrattuali, comporta l’applicazione delle misure connesse alla responsabilità dirigenziale previste dalla predetta normativa.
6. Fermo restando il disposto di cui all’articolo 2, commi 411 e 412, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, dall’attuazione dei commi 1, 2, 3, e 4 del presente articolo, devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l’anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l’anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l’anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall’anno 2012.
7. Ferme restando le competenze istituzionali di controllo e verifica in capo al Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e al Ministero dell’economia e delle finanze, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e’ costituito, contestualmente all’avvio dell’azione programmatica e senza maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, un comitato di verifica tecnico-finanziaria composto da rappresentanti del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e del Ministero dell’economia e delle finanze, con lo scopo di monitorare il processo attuativo delle disposizioni di cui al presente articolo, al fine di assicurare la compiuta realizzazione degli obiettivi finanziari ivi previsti, segnalando eventuali scostamenti per le occorrenti misure correttive. Ai componenti del Comitato non spetta alcun compenso ne’ rimborso spese a qualsiasi titolo dovuto.
8. Al fine di garantire l’effettivo conseguimento degli obiettivi di risparmio di cui al comma 6, si applica la procedura prevista dall’articolo 1, comma 621, lettera b) , della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
9. Una quota parte delle economie di spesa di cui al comma 6 e’ destinata, nella misura del 30 per cento, ad incrementare le risorse contrattuali stanziate per le iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della Scuola a decorrere dall’anno 2010, con riferimento ai risparmi conseguiti per ciascun anno scolastico. Gli importi corrispondenti alle indicate economie di spesa vengono iscritti in bilancio in un apposito Fondo istituito nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca, a decorrere dall’anno successivo a quello dell’effettiva realizzazione dell’economia di spesa, e saranno resi disponibili in gestione con decreto del Ministero dell’economia e delle finanze di concerto con il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca subordinatamente alla verifica dell’effettivo ed integrale conseguimento delle stesse rispetto ai risparmi previsti.
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DECRETO-LEGGE 1 settembre 2008, n.137
“Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università”
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 204 del 1° settembre 2008
Art. 1.
Cittadinanza e Costituzione
1. A decorrere dall’inizio dell’anno scolastico 2008/2009, oltre ad una sperimentazione nazionale, ai sensi dell’articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, sono attivate azioni di sensibilizzazione e di formazione del personale finalizzate all’acquisizione nel primo e nel secondo ciclo di istruzione delle conoscenze e delle competenze relative a «Cittadinanza e Costituzione», nell’ambito delle aree storico-geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse. Iniziative analoghe sono avviate nella scuola dell’infanzia.
2. All’attuazione del presente articolo si provvede entro i limiti delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
Art. 2.
Valutazione del comportamento degli studenti
1. Fermo restando quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, e successive modificazioni, in materia di diritti, doveri e sistema disciplinare degli studenti nelle scuole secondarie di primo e di secondo grado, in sede di scrutinio intermedio e finale viene valutato il comportamento di ogni studente durante tutto il periodo di permanenza nella sede scolastica, anche in relazione alla partecipazione alle attività ed agli interventi educativi realizzati dalle istituzioni scolastiche anche fuori della propria sede.
2. A decorrere dall’anno scolastico 2008/2009, la valutazione del comportamento e’ espressa in decimi.
3. La votazione sul comportamento degli studenti, attribuita collegialmente dal consiglio di classe, concorre alla valutazione complessiva dello studente e determina, se inferiore a sei decimi, la non ammissione al successivo anno di corso o all’esame conclusivo del ciclo. Ferma l’applicazione della presente disposizione dall’inizio dell’anno scolastico di cui al comma 2, con decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca sono specificati i criteri per correlare la particolare e oggettiva gravità del comportamento al voto insufficiente, nonche’ eventuali modalità applicative del presente articolo.
Art. 3.
Valutazione del rendimento scolastico degli studenti
1. Dall’anno scolastico 2008/2009, nella scuola primaria la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite e’ espressa in decimi ed illustrata con giudizio analitico sul livello globale di maturazione raggiunto dall’alunno.
2. Dall’anno scolastico 2008/2009, nella scuola secondaria di primo grado la valutazione periodica ed annuale degli apprendimenti degli alunni e la certificazione delle competenze da essi acquisite e’ espressa in decimi.
3. Sono ammessi alla classe successiva, ovvero all’esame di Stato a conclusione del ciclo, gli studenti che hanno ottenuto un voto non inferiore a sei decimi in ciascuna disciplina o gruppo di discipline.
4. L’articolo 13, comma 3, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, n. 226, e’ abrogato e all’articolo 177 del decreto legislativo 16 aprile 1994, n. 297, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) i commi 2, 5, 6 e 7, sono abrogati;
b) al comma 3, dopo le parole: «Per la valutazione» sono inserite
le seguenti: «, espressa in decimi,»;
c) al comma 4, le parole: «giudizi analitici e la valutazione sul» sono sostituite dalle seguenti: «voti conseguiti e il»;
d) l’applicazione dei commi 1 e 8 dello stesso articolo 177 resta sospesa fino alla data di entrata in vigore del regolamento di cui al comma 5;
e) e’ altresì abrogata ogni altra disposizione incompatibile con la valutazione del rendimento scolastico mediante l’attribuzione di voto numerico espresso in decimi.
5. Con regolamento emanato ai sensi dell’articolo 17, comma 2, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, si provvede al coordinamento delle norme vigenti per la valutazione degli studenti e sono stabilite eventuali ulteriori modalità applicative del presente articolo.
Art. 4.
Insegnante unico nella scuola primaria
1. Nell’ambito degli obiettivi di contenimento di cui all’articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nei regolamenti di cui al relativo comma 4 e’ ulteriormente previsto che le istituzioni scolastiche costituiscono classi affidate ad un unico insegnante e funzionanti con orario di ventiquattro ore settimanali. Nei regolamenti si tiene comunque conto delle esigenze, correlate alla domanda delle famiglie, di una più ampia articolazione del tempo-scuola.
2. Con apposita sequenza contrattuale e a valere sulle risorse di cui all’articolo 64, comma 9, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e’ definito il trattamento economico dovuto per le ore di insegnamento aggiuntive rispetto all’orario d’obbligo di insegnamento stabilito dalle vigenti disposizioni contrattuali.
Art. 5.
Adozione dei libri di testo
1. Fermo restando quanto disposto dall’articolo 15 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, i competenti organi scolastici adottano libri di testo in relazione ai quali l’editore si sia impegnato a mantenere invariato il contenuto nel quinquennio, salvo le appendici di aggiornamento eventualmente necessarie da rendere separatamente disponibili. Salva la ricorrenza di specifiche e motivate esigenze, l’adozione dei libri di testo avviene con cadenza quinquennale, a valere per il successivo quinquennio. Il dirigente scolastico vigila affinche’ le delibere del collegio dei docenti concernenti l’adozione dei libri di testo siano assunte nel rispetto delle disposizioni vigenti.
Art. 6.
Valore abilitante della laurea in scienze della formazione primaria
1. L’esame di laurea sostenuto a conclusione dei corsi in scienze della formazione primaria istituiti a norma dell’articolo 3, comma 2, della legge 19 novembre 1990, n. 341, comprensivo della valutazione delle attività di tirocinio previste dal relativo percorso formativo, ha valore di esame di Stato e abilita all’insegnamento, rispettivamente, nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria.
2. Le disposizioni di cui al comma 1 si applicano anche a coloro che hanno sostenuto l’esame di laurea conclusivo dei corsi in scienze della formazione primaria nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e la data di entrata in vigore del presente decreto.
Art. 7.
Sostituzione dell’articolo 2, comma 433, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.
1. Il comma 433 dell’articolo 2 della legge 24 dicembre 2007, n. 244, e’ sostituito dal seguente:
«433. Al concorso per l’accesso alle scuole di specializzazione mediche, di cui al decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 368, e successive modificazioni, possono partecipare tutti i laureati in medicina e chirurgia. I laureati di cui al primo periodo, che superino il concorso ivi previsto, sono ammessi alle scuole di specializzazione a condizione che conseguano l’abilitazione per l’esercizio dell’attività professionale, ove non ancora posseduta, entro la data di inizio delle attività didattiche di dette scuole immediatamente successiva al concorso espletato.».
Art. 8.
Norme finali
1. Dall’attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.2. Il presente decreto entra in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.
Quindi, leggendo sotto il testo della legge e del decreto (e non ascoltando le farneticazioni dei dimostranti), si evince:
1-avendo l’Italia una media di insegnanti per 100 alunni altissima rispetto all’Europa (Rapporto insegnanti/studenti = scuola primaria: in Italia 9,3
docenti ogni 100 studenti mentre e’ 5,9 nei Paesi Ocse; secondaria I
grado: 9,7 Italia e 7,3 Ocse; secondaria superiore: 8,7 Italia e 7,9
Ocse) è necessario, nell’arco di qualche anno, andare verso un riequilibrio.
2-lo stesso personale ATA (cioà amministrativo, tecnico e ausiliario) è in grande esubero. I dati indicano che gli stipendi per queste figure professionali e per gli insegnanti assorbono la totalità dei fondi destinati alla scuola (su 42 miliardi di euro ben il 97% va in stipendi). E’ necessario anche qui procedere ad un riequilibrio.
3-l’obbiettivo è RISPARMIARE, purtroppo la scuola come stipendificio ha fatto il suo tempo (oltretutto stipendificio inefficente, dato che le graduatorie europee vedono i nostri alunni costantemente agli ultimi posti come preparazione). Finalmente i risparmi sono indicati chiaramente e verificabili (circa 8 miliardi di euro in 4 anni).
4-si introduce il voto in condotta ch,e se insufficiente, comporta la bocciatura. Il maestro unico (o meglio, prevalente), e la durata minima dei libri di testo (almeno 5 anni).
CHIEDO:
queste novità possono essere causa di una semi-rivolta popolare in Italia?
La risposta è sì solo se chi aizza la rivolta è IN MALAFEDE.
Purtroppo il gioco soprattutto dei rettori è chiarissimo: le università italiane sono, spesso, sull’orlo della bancarotta. L’occasione di dare la colpa del futuro probabile fallimento degli atenei al governo Berlusconi era ghiottissima. Quindi: okkupazioni, lezioni all’aperto, lamenti sui tagli alla cultura.
Per le altre scuole si è mascherata la lotta per mantenere stipendi e posti di lavoro superflui con la tutela dei bambini, operazione squallida, vergognosa e da sciacalli.
La festa è finita.
Ma guarda Fabione. Ti vedo presente in questi giorni! Mi fa piacere. Mi fa piacere anche questo tuo intervento che so venire da persona non schierata, né ideologizzata e che apporta un contributo in termini di razionalità e buon senso!
Non posso che essere completamente d’accordo con te. Mi dispiace soprattutto che questa rivolta, che si dichiara democratica e che, se ci azzardiamo a criticarla, veniamo accusati di reazionari nei confronti di chi “liberamente” esprime un’opinione di dissenso, alla fine vada contro a quel diritto sacrosanto di avere una scuola regolarmente funzionante di tanti genitori e studenti che non scendono in piazza a vociare e a urlare slogan volgari, ma che semplicemente vorrebbero andare in classe e trovare i docenti a fare il loro dovere.
Ricevo tante mail da genitori arrabbiati che mi dicono: “Noi non siamo d’accordo, ma non siamo come loro, non ci mettiamo a sfilare con manifesti ingiuriosi o a sostenere i nostri ragazzi nell’occupazione della scuola, però va a finire che si sentono solo loro!”
francesca,
ma dai ma quale rivolta sono manifestazioni di piazza e occupazione di scuole, io ho detto e confermo che sono controria ai picchetti.
sai cosa succede che metti caso un n x di ragazzi voglia entrare in classe certi tuoi colleghi
non fanno lezione perchè manca il quorum.
magari un ceffone lo meritano, così vanno a frignare dai sindacati
Ma Berlusconi ha calmato le acqua dicendo che abbiamo capito male che lui non ha mai detto che vuole l’intervento della polizia.
Come fa a non starmi simpatico Berlusconi!!!!!!!!
bobo
p.s.: io le superiori le ho fatte a Firenze, prima abitavo a Scandicci, negli anni70 non avevamo internet, i blog, i telefonini.
Ma avevamo Boboli, Francesca non se mi spiego avevamo Boboli, capito Boboli! :-) bei tempi
Bobo sei sempre il sinistro più simpatico di tutti!!!!!!!
prima o poi inparerò anche a battere, poi la volè e lo mash!
xxx
Eventualmente (a mio parere) c’è solo da chiedersi come mai questi tagli e interventi non siano stati fatti prima (mi riferisco anche alla precedente legislatura di Berlusconi che aveva una maggioranza bulgara)…e non solo questi.
Evidentemente i conti dello Stato sono più catastrofici di quanto le rassicurazioni dei vari “saltafossi” televisivi o le rosee previsoni possano far immaginare la realtà di un paese che non c’è (in poche parole lo Stato non ha più un danè e un debito enorme).
Voglio dire, era chiaro che prima o poi questo sistema assistenzialista, fancazzista e bolscevico non poteva perdurare a lungo, anche solo per decenza e la concorrenza dei paesi evoluti e industrializzati.
Perchè vedete, siamo appena entrati nel tunnel della recessione (o depressione come più vi piace) e da cui non ne usciremo molto facilmente (e mi riferico alle prossime gravi ripercussioni economiche, di cui nessuno vuole parlare, come se non lo riguardasse), dunque, Italiani, che bel futuro ci aspetta…
Felice Serata
Ma è vero che gli studenti degli Istituti professionali non potranno avere accesso alle università oppure è un’invenzione di qualche sinistroide perverso?
Non è che hanno confuso come hanno purtroppo fatto leggendo questo decreto in fretta e furia, senza soffermarsi magari sui dettagli, tralasciando quindi cose importanti, tra Istituti professionali e corsi di avviamento professionale?
Sarebbe interessante fare un giro per la città di Pistoia e per le scuole e vedere quanti effettivamente conoscono il decreto Gelmini…
ANNOZERO
(ONE MAN SHOW)
VERGOGNATI 3 VOLTE SANTORO.
IERI SERA NON SAPENDO COSA GUARDARE IN TV, DECIDO DI GUARDARMI ANNOZERO SOLO PER SENTIRE L’OMELIA DI MARCO I° (TRAVAGLIO) CHE TIRA FUORI IL SUO QUADERNO NERO, SEMPRE PIU’SOMIGLIANTE AD UN SUO PERSONALE SANTO GRAAL (E’ EDUCATO, HAI I MODI GENTILI) MA FIGURATI SE E’ IL DEPOSITARIO DELLA VERITA’.
FINITA LA TRAVAGLIATA, MI APPRESTAVO A VEDERMI IL FILM SETA, ECCO CHE VEDO WOULTER (VELTRONI), NON POSSO PECCARE E ALLORA DECIDO DI VEDERMI ANNOZERO.
INSIEME A WOULTER C’ERANO ROBERTO COTA (LEGA) E PORRO, VICEDIRETTORE E GIORNALISTA DE IL GIORNALE (NON E’ COLPA MIA SE LAVORA AD UN GIORNALE CHE SI CHIAMA IL GIORNALE….VA BEH BASTA).
ARGOMENTO IL DECRETO GELMINI
COSA COMBINA IL PRODE MICHELINO:
INIZIA LA DISCUSSIONE TRA WOULTER, COTA E PORRO, CON STOCCATINE (MAI TERMINE FU PIU’ AZZECCATO VISTO LA PRESENZA DI M. GRAMBASSI (CAMPIONESSA DI SCHERMA+ASPIRANTE GIORNALISTA+ EX BENEMERITA+B.T.*).
ALLORA APPENA MICHELINO SI ACCORGE CHE I 3 CONVENUTI COMINCIATO A FAR CAPIRE AI TELESPETTATORI IL CONTENUTO DEL DECRETO, SI SCATENA INTERROMPE PIU’ COTA CHE WOULTER E PORRO, INSOMMA RENDE IMPROPONIBILE IL DIBATTITO.
DEVO DIRE CHE COTA DA VERO SIGNORE NON HA ABBOCCATO AL TRANELLO SANTORIANO, NON DANDOGLI LA SODDISFAZIONE DI CHIAMARLO FAZIOSO, BRAVO COTA
ANCHE WOULTER MAL SOPPORTAVA IL NOSTRO.
ARRIVANO A DISCUTERE DELLA SCUOLA ELEMENTARTE
E IL GRANDE MICHEL FA DI PIU’ SI COLLEGA CON BOLOGNA PIAZZA MAGGIORE, SI VEDE TANTA GENTE TRANQUILLA, POI LE TELECAMERE ALLARGANO E SPUNTA IL SET:
UN AULA SOTTO LA LUNA CON TANTO DI BANCHI E SEDIE OCCUPATE DAI GENITORI E A PORTAVOCE C’E’ UN POVERO MAESTRINO DELLA NOSTRA ETA’ CHE ARGOMENTA CON LO STUDIO.
SI ARRIVA ALLA DIATRIBA MAESTRO UNICO O MAESTRO PREVALENTE, MENTRE VELTRONI COTA E PORRO SI SPIEGANO E VIENE RIBADITO LA PRESENZA DEGLI INSEGNANTI DI INFORMATICA E INGLESE A CUI IO VOGLIO CREDERE.
MICHAEL JORDAN SI ESIBISCE IN UNA MAGNIFICA SCHIACCIATA, INTERROMPE TUTTI SI COLLEGA CON BOLOGNA E FA CHIEDERE AL MAESTRINO SE E’ IN GRADO DI INSEGNARE INFORMATICA O INGLESE, IL MALCAPITATO CONFESSA DI NON SAPER L’INGLESE.
BASTA SANTORO BASTA, VAI A PRESENTARE SANREMO VISTO CHE HAI LA BIONDA E LA MORA.
NON NE POSSO PIU’ DI QUESTI PROGRAMMI, MEGLIO LA PUPA E IL SECCHIONE!!!!!!!!!!
SANTORO IO TI CHIEDO UN INFORMAZIONE CORRETTA E ABBI PAZIENZA MA STAI ANCHE UN PO ZITTO, E POI VORREI SAPERE DOVE ERANO IERI SERA SANDRO RUOTOLO E RICCARDO FORMIGLI, SONO FORSE PRECARI?
A SANTORO DO DEL TU, COME ALLA LILLY GRUBER, VISTO CHE ANCH’IO MI SONO IMPEGNATO PER LA LORO ELEZIONE AL PARLAMENTO EUROPEO…….PERDONAMI OH SIGNORE!!
CIAO
BOBO
*B.T. LASCIO A TUTTI VOI LIBERA INTERPRETAZIONE!
CERCO DI FARVI RIDERE PERCHE’ SONO CONVINTO CHE SE TUTTI NOI ABBASSIAMO I TONI, I PROBLEMI SI AFFRONTANO MEGLIO E CON SUCCESSO
Leggete bene l’art 4. visto che Fabio Vi ha fatto il servizio.
Il Maestro è Unico. Non ci sono equivoci o possibili diverse interpretazioni. Se il governo ha in mente qualcosa di diverso (maestro prevalente, insegnanti di inglese, informatica…poichè nessuno è onniscente, allora, con un po’ di modestia, cambi il decreto.
Tutte le Vostre spiegazioni vanno solo in unica direzione: tutto il tempo oltre le 24 ore è un di più per venire incontro alle famiglie che hanno bisogno di “Parcheggiare” i figli. Non si evince quindi una proposta didattica articolata. Se questa verà dopo bene, ma non si fa così: prima deve arrivare la proposta didattica poi il resto.
INOLTRE
Il TEMPO SCUOLA non è il TEMPO PIENO
Ieri ho scritto che come sia stata una conquista per le famiglie. Francesa mi risponde non per tutte.
La risposta è chiara: Volete eliminarlo…. (chissà perchè.. forse perchè è considerato di sinistra?….sappiamo tutti (?) che la Falcucci di sinistra non è mai stata e vi assicuro neanch’io).
Comunque è evidente che siamo su livelli diversi in quanto chi scirve in questo Blog (ed anche Lei, Francesca, mi permetta), non sa bene la differenza fra “Tempo Pieno” e “Dopo Scuola” o “Tempo Scuola” come oggi viene definito.
Il tempo Pieno non è fatto da 24 ore + 16….. ma da 40 ore. (chi dice che è la stessa cosa continua a far finta di non capire e allora lo invito a studiare….. meglio.
Non ho alcun risentimento se oggi Tremonti vuol togliere il Tempo Pieno: mi basterebbe un minimo di onestà di informazione perchè coloro che affermano che il tempo pieno sarà implementato o sono in cattiva fede (come probabilmente i tecnici del Ministero – di quale? – che solo a posteriori si sono resi conto di quanto hanno fatto) oppure indottrinati come i nostri Consiglieri.
Il problema spero che cominci ad essere chiaro a tutti: Non si può fare una riforma della scuola con un semplice decreto, che non è supportata da alcuna valutazione e successiva proposta didattica, ma esclusivamente da “affanni” di natura finanziaria.
Marco
fate fate.. tanto noi si manifesta e si occupa uguale…
Marco non sto a aggiungere altro, le ha risposto Bobo sul maestro unico.Per il tempo pieno nessuno ha detto di volerlo eliminare, ma semplicemente di non volerlo renderlo obbligatorio per tutti, perchè ogni famiglia deve essere libera di scegliere se usufruirne o no.
Vorrei inoltre ricordarle che nessuna legge dello Stato è praticamente applicabile se non a seguito di un Regolamento attuativo. E i Regolamenti sono norme di dettaglio del Ministero che, ovviamente, vengono dopo l’approvazione della Legge, sia anche un Decreto convertito. Quindi vedrà che la regolamentazione chiarirà tutto quello ad oggi appare poco chiaro e offrirà una proposta didattica completa.
Ho avuto la segnalazione del tuo sito dall’amico Bobo, con il quale spesso condividiamo pareri sul sito di Kay Rush(di cui sono link utile).
Spero di poter ricevere anche i tuoi preziosi commenti.
Al tempo stesso mi farebbe piacere segnalarti la mia attivita’ che io sto irradiando in rete con questo slogan: avete mai sentito parlare di Arbustum? Dal 2003, l’altro volto di Gomorra, ma nessuno lo sa…
Cordiali saluti,
dott. Angelo D’Amore
http://www.arbustum.it
Benvenuto angel, è un piacere ospitarti qua.
Francesca