Veramente bella, interessante e suggestiva la visione del nuovo Museo Pecci che ha riaperto, dopo i lavori di ripristino, con la mostra collettiva “La Fine del Mondo”. L’ho potuta ammirare ieri sera insieme agli altri membri del Consiglio di Amministrazione e di Indirizzo della Fondazione Banca di Vignole e Montagna p.se. Abbiamo avuto l’onore di effettuare una visita privata accompagnati dal Direttore stesso del Museo, Fabio Cavallucci che ci ha illustrato l’allestimento e tutte le opere che lo compongono. A me l’arte contemporanea piace, l’apprezzo e visito volentieri i siti espositivi, devo dire però che “La fine del Mondo” mi ha particolarmente colpita, forse per il valore del relatore che ci ha fatto cogliere ogni aspetto delle singole opere, forse per il fascino della struttura rinnovata che richiama nella forma una nave spaziale, forse per l’eterogeneità degli artisti presenti…non so dire, so solo che alla fine del tour, durato due ore e conclusosi oltre le 23.00, avrei ricominciato dall’inizio! Istallazioni geniali come il tunnel di Enrique Oliveira o i lupi di Cai Guo Qiang lasciano senza parole e evidenziano la grandezza dell’artista. Altre opere sono sicuramente più concettuali e necessitano di qualcuno in grado di raccontarle! Una volta comprese ti rendi conto del valore di chi è stato in grado non solo di realizzarle, ma soprattutto di pensarle! Curiosa, in tal senso, l’istallazione “Il mondo sotto pressione”!
Insomma un bellissimo percorso espositivo, con un filo logico che talvolta si può perdere, un percorso che va dai sud americani agli artisti dell’Est europeo, ma che comprende anche alcuni grandissimi italiani come Fontana o Buccioni e che nel suo insieme riesce a produrre, sala dopo sala, una notevole suggestione, fino all’impatto finale del bianco assoluto, che lega l’umano al divino e ci ricorda lo scolorarsi nel tempo del nostro passaggio terreno.