Due anni di lavoro nella I Commissione consiliare presieduta da Betti, per perfezionare uno strumento di democrazia diretta che non servirà a nessuno. Artificioso e complesso, ma soprattutto privo di veri contenuti democratici, il Regolamento sulla Partecipazione è solo fumo negli occhi ai cittadini, è l’ennesima dimostrazione che l’Amministrazione dà con una mano e toglie con l’altra. “Da oggi i Pistoiesi avranno una serie d’istituti con i quali
intervenire direttamente nella gestione della città”, così sarà presentato il provvedimento che regolamenta Istanze, Petizioni, Proposte di deliberazione, Istruttoria pubblica e Referendum, votato nell’aula consiliare, senza l’appoggio di Forza Italia e Alleanza Nazionale. La nostra astensione, su un documento al quale abbiamo lavorato con impegno per tante settimane e per il quale ci siamo battuti affinché fosse uno strumento vero di democrazia, è motivata dalla ferma convinzione di non voler essere complici di una presa in giro nei confronti degli elettori i quali meritano, a nostro avviso, maggior rispetto.
Riteniamo inaccettabile che per richiedere il referendum abrogativo, la più importante delle istanza contenuta nel Regolamento, siano necessarie ben 7.500 firme di cittadini aventi diritto al voto, un numero esorbitante che significa oltre il 10 % degli elettori, considerato che la percentuale richiesta a livello nazionale è dell’1% e quella regionale si attesta intorno a 2,5% è facile comprendere l’inutilità di un istituto partecipativo che neppure gruppi organizzati sarebbero probabilmente in grado di utilizzare, figuriamoci soggetti riuniti fra loro senza l’appoggio di strutture politiche.
Una scelta che indica chiaramente la volontà di non offrire ai pistoiesi la possibilità di un controllo più diretto sull’operato di chi governa e che dimostra la paura dell’Amministrazione a lasciare il benché minimo potere decisionale al cittadino. Paura già risultata evidente durante i lavori di commissione, quando il numero delle materie sottoponibili a referendum è stato di volta in volta ridotto, fino a escludere anche tutta la parte inerente la regolamentazione urbanistica.
Segno della poca compattezza con la quale la maggioranza si è presentata in aula, è l’appoggio di quattro suoi consiglieri all’emendamento della minoranza, che proponeva la diminuzione del numero delle sottoscrizioni per la richiesta di consultazione referendaria. Emendamento che non è passato per un voto, ma che ha messo in evidenza quanto, anche all’interno del centro-sinistra, qualcuno abbia mal digerito questo sbandierare una democraticità di facciata, ma priva di contenuto.