Volevo un consenso al 100%, speravo che tutti credessero nel mio progetto. Sono stato un Sindaco amministratore e poco politico. Forse non sarò ricordato come una figura carismatica e trascinatrice. Sono stato più vicino alla gente di quanto mi venga riconosciuto. Ho cercato sempre di fare scelte condivise. Ieri Renzo Berti ha presentato il suo primo libro “Tra il dire e il fare” e ha raccontato dieci anni di vicende pistoiesi al cospetto di tutta la politica locale. Avrei voluto ascoltare qualcosa di più di Renzo che del Sindaco, ma fra poco ci sarà un romanzo, annunciato, e forse da lì trasparirà più l’uomo che il dirigente. Io ho un bel ricordo di lui e ritengo che il suo mandato avrà una valutazione complessivamente positiva. Nei cinque anni di consiliatura fatti insieme sono state molte le volte
in cui ho concordato con il suo operato, specialmente dopo la prima fase di mandato, quando mi sono liberata dell’influenza politica di quei maestri ai quali, nuova nell’analisi delle vicende amministrative, facevo riferimento. L’opposizione tanto per fare opposizione non mi è mai piaciuta. Ho trascorso troppo spesso in silenzio i miei cinque anni a Palazzo di Giano, lo scontro continuo non è per me, ma ho sbagliato, avrei dovuto dire la mia in più occasioni, senza preoccuparmi sempre delle conseguenze e affrontando in modo più combattivo aggressioni e maldicenze. Non so se il Berti che è venuto fuori ieri dall’intervista della Privitera e di Carradori sia un Berti reale o un po’ edulcorato, sicuramente un Berti sereno, desideroso, giustamente, che non si dimentichi il suo lavoro decennale. Adesso leggerò il suo libro e aspetterò il suo romanzo.