Bella festa ieri sera quella del Popolo della Libertà della Toscana. Erano passati due anni dall’ultimo incontro tutti insieme alla Fortezza da Basso per gli auguri di Natale. All’epoca uscivamo da un’importante vittoria elettorale e il clima era di grande euforia. Adesso i tempi sono cambiati, la crisi, i problemi del Governo, le scissioni… malgrado questo l’atmosfera è stata ottima e lo spirito sembra ritrovato dopo le fatiche delle ultime settimane. E’ stata una piacevole cena in amicizia, con tutti i leader vicini ai quadri locali del partito, ai militanti e a tutti coloro che sfidando la neve sono arrivati alla Fortezza. Se il partito dimostra di essere vicino alla gente, l’elettorato risponde. E questo non solo in occasione di cene degli auguri, convegni o manifestazioni, ma anche nell’attività quotidiana sul territorio. C’è bisogno di dare risposte, la lontananza, la sensazione di disinteresse, la solo percezione che chi gestisce il potere lo faccia solo nel proprio interesse, sono strumenti di disaffezione che alla lunga non premiano i partiti. Sarà il destino di Futuro e Libertà che mostra fin da subito i personalismi dei suoi dirigenti, stretti intorno a un leader che sa dare il buon esempio e ha fatto tutto questo casino perché ha da soddisfare ambizioni proprie e della propria signora!
Il senso di appartenenza si fortifica nelle difficoltà. Resta però non pochi punti interrogativi sulle ragione di una crisi che ha provocato uno strappo clamoroso. L’uscita di scena di persone degne provenienti da Alleanza Nazionale per essere “sostituita” da uno Scilipoti Mimmo qualsiasi chiama alla riflessione. Chi non “vede” questo e si adagia ai proclami del “capo” rischia davvero di ritrovarsi ben presto ai margini dell’agone politico. Molto meglio il voto subito, ma con patti chiari con la Lega, pronta a facocitare tutto in nome del federalismo. Essere nei guai e fingere di non esserlo e il non avere nessuna riflessione sul debito di coscienza nei confronti dei cofondatori del Pdl è un segnale di infantilismo politico che potrebbe essere pagato a caro prezzo.
Condivido quasi tutto Azzurra, soprattutto sono d’accordo sulla necessità di attuare una riflessione sulle ragioni della crisi politica che non credo assolutamente sia scongiurata.
Il voto subito non lo trovo indispensabile, proviamo a vedere cosa succede e se il Governo ce la farà a rimettersi in carreggiata attuando quelle riforme importanti delle quali in questi anni si è solo parlato.
Il debito di coscienza nei confronti dei cofondatori del Pdl mi sembra un po’ troppo. Tutti i cofondatori del Pdl sono rimasti saldamente nel partito. Solo uno ha preso altra strada, il più importante sicuramente, ma forse anche colui che aveva maggiori motivazioni personali.
Lei parla di non adagiarsi ai proclami del capo e condivido, però è un concetto che deve valere per ogni capo. Mi è difficile comprendere come gli aderenti al Fli non ravvisino negli atteggiamenti del loro leader una smania di affermazione e un desiderio di rivalsa. Anche questo è infantilismo politico.
Fini Poteva avere diversi temi giusti e generalmente condivisibili da far valere nella sua “lotta” a quello che definisce il potere Berlusconiano, invece si è sminuito in una battaglia personale che gli ha stretto intorno solo coloro che nel Pdl vivevano, a livelli inferiori, la sua stessa situazione, ovvero coloro che non riuscivano ad arrivare alla poltrona che volevano!
Mi rendo conto, con queste affermazioni, di assumere una posizione forse anche esageratamente critica, me ne dispiace perchè ho molti amici che hanno scelto la via finiana, persone che stimo e che sicuramente non reputo degli sciocchi, ma più osservo l’andare avanti del Fli e più mi accorgo che alla base del loro aggregarsi altro non c’è che quanto ho sopra detto.
La ringrazio di avermi dato l’opportunità di questo confronto, spero di leggerla ancora.
Buona giornata Francesca